sabato 15 ottobre 2016

Note intorno alla mia mostra "Polisèmica"

All’arte non occorre di rappresentare o riflettere “la realtà sensibile o quella psichica”, lanciare appelli o fare proclami e denunce.
L’arte pone in essere, fa esistere, mentre si fa.
L’artista stesso si “rende visibile” attraverso lo spazio, i segni, il colore, attraverso la materia, con il gesto.
Giunge così in fondo al caos originario per preparare la ri-creazione “sfidando logica ed estetica”. Destrutturando, sottraendo senso alla parola, al segno, per renderlo alla sua origine, al legame che unisce “esistente ed essere”.
Abbandonarsi al fare, all’incontro con la materia: così l’Essere può manifestarsi, affacciarsi oltre l’io, oltre l’apparire, dove la frattura tra uomo e natura non è ancora del tutto compiuta.
Non per produrre illusioni ma per avvicinarsi più che si può all’Essere originario, verso quel confine che sempre si ridetermina e si rimescola e che mai ci è dato raggiungere.
La musica, la poesia, le parole fluiscono nel segno, nei segni e nella materia “ricca di umori cromatici”.
Narrazioni. Grafie e grafemi sconosciuti, impronunciabili.
La nostalgia, la memoria dei luoghi, scordati e ritrovati.
Lo spazio, con i suoi pieni e i vuoti.
E il fluire del tempo. Come un grande fiume che ne contiene altri, infiniti.
Ignote dimensioni, attraversamenti e ritorni. E fughe, ancora.
Profumi, frammenti d’immagini che si mescolano ai colori, alla materia, alla luce.
I paesaggi e gli oggetti. I fiori, le voci.
Dentro e fuori di noi.
Entrate e uscite. Ritrovamenti, partenze e ritorni. Assenze.
L’infinito. L’Assoluto.
Eterni istanti da custodire gelosi, troppo fragili per il mondo.
Come polvere l’anima nostra.
E il sogno? Un soffio, là “dove albergano le anime”.

Ciro Indellicati 2016

I testi virgolettati sono tratti da
“Il giardino conteso” di F. Ermini – Moretti&Vitali ed.
“Polvere d’anima” N. Humphrey – Codice ed.


 










giovedì 22 settembre 2016

mostra d’arte di
CIRO INDELLICATI

in questa mostra Ciro Indellicati espone una serie di dipinti e alcune fotografie rielaborate manualmente da diapositive, sintesi del suo percorso artistico.

Polisèmica

Ogni creatura del mondo
è come un libro o un quadro
per noi, e uno specchio;
della nostra vita, della nostra morte
della nostra condizione, della nostra sorte
è un segno fedele.
Alano di Lilla (XII secolo)

Si va controcorrente. Ancora. Sempre. Ciro Indellicati è, del resto, un orientale. Nella mente, nello spirito e anche nel corpo. Lo muove un passo tardo e lento. Misurato, potremmo dire. Ma è nel linguaggio e nella sintassi spezzata che l'artista tradisce la ricerca continua, nervosa, quasi, di espressioni sempre più adatte e vicine al concetto da esprimere. Vi è, in definitiva, una spiccata componente greca nei modi di Ciro Indellicati: un bizantinismo capace anche di ironia e di puntuto eloquio, lontani, tuttavia, dalla retorica e da qualsivoglia saccente perentorietà. Si va controcorrente. Sì, poiché l'astrattismo di Ciro Indellicati apre di nuovo la piaga della comprensione dell'opera d'arte: che cosa è? Che cosa significa? Qui l'imitazione della natura non c'è, come pure la prospettiva, l'anatomia o l'atmosfera. Qui non ci sono rapporti esteriori con la parti del quadro. Le tele di Ciro Indellicati devono semplicemente agire sull'osservatore. Possiamo osare alcune considerazioni, questo è certo, ma senza presunzioni o dogmatismi. Il nero. È una profonda risonanza interiore entro la quale vi è la riflessione di un uomo, ma anche (e forse più narrativamente) quella di Dio. Da qui i segni grafici come bisogno di materializzazione del pensiero. Con Dio è la creazione. Con l'uomo è il progetto, la coscienza. Ciro Indellicati scuote le tele per ricomporre un caos terribile, mostra l'entropia e la doma fino a punti di raggiunta armonia: l'oro squarcia la tela, il disordine diviene geometria, le dissonanze mutano in melodie. La trasformazione del nulla in qualcosa è anche la maturazione dello spirito e della coscienza. Il blu è la dimensione divina. Il verde è la dimensione terrena. Non c'è contrasto. Tutto è puro e sacro nell'infinità delle creazioni e del sempiterno giro delle rote celesti.

Massimo Rossi

Inaugurazione – Venerdì 30 Settembre ore 20.00 - Spazio Espositivo Palazzo Passi Villongo

Venerdì 30 Settembre alle ore 20.00, presso lo Spazio Espositivo di Palazzo Passi di Villongo sarà presentata al pubblico, la mostra personale dell’artista CIRO INDELLICATI dal titolo Polisèmica.

La La mostra gode del patrocinio del Comune di Villongo - Assessorato alla Cultura e dell’Unità Pastorale di Villongo - Palazzo Passi.

All’inaugurazione interverranno la Dr.ssa Ori Belometti Sindaco del Comune di Villongo, il prof. Giorgio Brescianini Assessore alla Culturadon Cristoforo Vescovi Parroco di Villongo e il curatore della mostra prof. Massimo Rossi

In 



sabato 19 marzo 2016

In un momento
Sono sfiorite le rose
I petali caduti
Perché io non potevo dimenticare le rose
Le cercavamo insieme
Abbiamo trovato delle rose
Erano le sue rose erano le mie rose
Questo viaggio chiamavamo amore
Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
Che brillavano un momento al sole del mattino
Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi
Le rose che non erano le nostre rose
Le mie rose le sue rose
P.S. E così dimenticammo le rose.
(per Sibilla Aleramo)
Dino Campana













mercoledì 2 marzo 2016


Finalmente il mio sito è attivo, anche se non tutto è completo, mi pare che sia a buon punto.
Vi invito a visitarlo, a darmi un vostro parere e a segnalarmi possibili miglioramenti e integrazioni.
http://ciroindellicati.jimdo.com/?logout=1

Grazie a tutti per l'attenzione.